Come capire se il tuo impianto a
radiatori può essere convertito in pompa
di calore?
Al bar oppure leggendo qualche
post su internet dicono che le pompe di
calore funzionano solo con impianto a
pavimento.
Balle! E te lo dimostrano le
migliaia di installazioni fatte su
impianti a radiatori.
Se non hai voglia di leggere guarda il video cliccando QUI sotto:
Si parla ovviamente di Pompe di Calore professionali e non commerciali, cioè quelle che sembrano dei
condizionatori.
Ma allora cosa fare a casa tua?
Ci sono due aspetti che poi verificare da solo per capire se puoi tramutare
il tuo impianto a radiatori con la pompa di calore.
1 ASPETTO
Se i tuoi radiatori sono idonei
2 ASPETTO
se la pompa di calore che sceglierai è
adeguata
Esistono centinaia di tipi
di radiatori che possiamo riassumere in
tre famiglie a seconda del materiale di
costruzione:
- radiatori in alluminio
- radiatori in acciaio
- radiatori in ghisa
Quelli in alluminio sono i migliori per le pompe di calore perché permettono di lavorare a temperature più
basse 45 48 50 gradi. Sono caratterizzati per lo più da una grande superficie con delle lamelle.
Poi ci sono quelli in acciaio tubolare che non si comportano male con le
pompe di calore perché anche questi permettono di lavorare comunque a temperature di 55 e 60 gradi.
Poi ci sono quelli in ghisa: un grande punto di domanda. Infatti ti dimostrerò più avanti come capire se i
tuoi radiatore in ghisa riescono a scaldare casa anche con una pompa di calore.
Devi sapere che non tutti i radiatori e vanno bene e dipende sostanzialmente dalle dimensioni.
Cercherò di farla semplice semplice.
Più è grande un radiatore e più potenza eroga e quindi riscaldi meglio la stanza dove è stato installato. Ma se il
radiatore è troppo piccolo per erogare la stessa potenza abbiamo la necessità di mandare acqua
più calda dentro al radiatore quindi non basteranno 55 60 gradi.
Rispetto ad un radiatore ben dimensionato ci vorranno 70 75 gradi per un radiatore in ghisa sottodimensionato e
con queste temperature con la pompa di calore non ci arrivi.
Allora come puoi
capire da solo se i tuoi radiatori sono
idonei?
E’ molto facile ed è un test che puoi fare da solo durante l’inverno.
Allora imposta la tua vecchia caldaia a 55 gradi e tieni sotto controllo la tua abitazione:
se dopo una settimana sei riuscito comunque a riscaldare casa significa che i tuoi radiatori possono lavorare anche
a più bassa temperatura e quindi anche con la pompa di calore.
Se non sei in grado di abbassare la temperatura della tua caldaia allora chiama il tuo
idraulico e fatti guidare al telefono: è veramente semplice. Ma questa storia di abbassare la temperatura non deve essere solo per la pompa di calore.
Devi sapere che abbassando la temperatura della caldaia inizierai a risparmiare da subito in
bolletta del gas: te l’aveva mai detto nessuno?
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Allora una volta verificati che i tuoi radiatori e sono idonei passiamo al punto 2:
la pompa di calore riuscirà a riscaldare i radiatori?
Per capirlo fatti dare le schede tecniche da chi te la propone.
Verifica che potenza termica viene erogata dalla pompa di calore con due gradi esterni Attenzione non guardare la temperatura di mandata a 35 ma a 55! Se il cop è superiore a 2,7 con queste
caratteristiche allora il modello proposto molto probabilmente è stato costruito per
lavorare con impianto anche radiatori.
Se vuoi sapere quanto consumerà allora puoi leggere l’articolo dedicato cliccando QUI.
Ciao,
grazie per aver condiviso queste nozioni. Le vostre competenze mi stanno davvero facendo cambiare idea sui miei propositi di come ideare il mio nuovo impianto (ora composto da caldaia a condensazione e caloriferi in ghisa).
Ho 3 domande: 1) è possibile installare un elettrodomestico del genere in una cantina di una casa su due livelli e 250 mquadri? 2) esistono tecnologie del genere ad induzione per risparmiare ancora di più quando la pompa di calore scalda? 3) come vedete l’uso di termosifoni in polipropilene abbinati ad una pompa di calore?
Grazie e a presto
come avere una tua consulenza per una casa?
Salve tempo fa mi capito’ di guardare un tuo video su pompe di calore e radiatori e subito dopo mi capito’ un cliente che mi chiese se poteva cambiare la sua caldaia a gasolio con una pompa di calore; impianto con radiatori in ghisa.
Dopo un sopralluogo e valutando la massa radiante sufficiente x funzionare a basse temperature ( una volta i radiatori si installavano a spanne ) ho trasformato l’impianto installando una PDC e uno scaldacqua a PDC + solare.
La più grande soddisfazione è stata non tanto che l’impianto funzionasse bene ( ne ero certo) ma che stava spendendo anche poco ….avevo qualche dubbio sulla bolletta elettrica.
Da allora la sfida continua.
In questo periodo l’obiettivo è risparmiare gas.
La casa in cui abito a Milano è un fabbricato con venti appartamenti su cinque piani, circondato da verde e con vicino tanti pozzi per il prelievo dell’acqua della falda.
Il riscaldamento con termosifoni in ghisa è a colonne e complessivamente l’impianto dovrebbe contenere 2500 litri.
La caldaia non esiste, al suo posto uno scambiatore di calore alto circa 70 cm per 40 e profondo 30 (misure a memoria) che preleva calore dal teleriscaldamento questo scambiatore dichiara su una targhetta che tratta al massimo 2,5 metri cubi ogni ora … 2500 litri questo significa che in 30 minuti tutti i termosifoni dovrebbero essere caldi e dopo 60 l’acqua entrata in circolo torna allo scambiatore dopo aver ceduto buona parte del suo calore ai termosifoni ed alle tubazioni che attraversa alla velocità di 42 litri al minuto (2500/60) comandata da una pompa inverter che non dovrebbe superare la capacità di scambio del sistema.
Almeno credo sia questo il meccanismo.
E qui non so come proseguire ….
Tramite la geotermia si può scaldare l’acqua in un puffer all’interno del quale una serpentina permette il transito dell’acqua che in teoria dovrebbe scaldarsi … ma potrebbe anche raffreddarsi se di ritorno dal percorso nei termosifoni è più calda rispetto a quella portata a temperatura dalla geotermia.
Non ho idea di come fare un calcolo.
In pratica l’obiettivo sarebbe un secondo scambiatore di calore legato alla geotermia in grado di alzare di tramite questa energia rinnovabile geotermica la temperatura dell’acqua che torna dai termosifoni per poi passarla allo scambiatore del teleriscaldamento che se i calcoli che non so fare e l’impianto è ben fatto dovrebbe trovarsi solo raramente a scambiare acqua e conteggiarla, praticamente solo quando il clima è molto freddo oppure sempre ma solo per consegnare pochi gradi.
Sono tantissimi i palazzi simili con la disponibilità di acqua di falda che facilita la possibilità di accedere alla geotermia senza dover necessariamente rifare l’impianto interno.
Ma come fare un calcolo? Magari esistono dei fogli di calcolo in grado di farlo.
interessante quanto avete scritto, complimenti. Una domanda, premesso che l’idea è di installare una pompa di calore assieme ad una caldaia a condensazione (abbiamo termosifoni in ghisa) la pompa di calore se installata esternamente in giardino a che distanza massima deve essere dalla caldaia (24 Kwatt) che mantiene il compito di interfacciare i termosifoni ? Sono 11 termosifoni di cui 9 in ghisa e 2, nei bagni, in acciaio…grazie