Case a risparmio energetico, case passive, case off-grid: quali sono le differenze e le reali possibilità di applicazione per casa tua Il sogno di una casa completamente SENZA BOLLETTE tra mito, false credenze e realtà pratica

Case a risparmio energetico, case passive, case off-grid: quali sono le differenze e le reali possibilità di applicazione per casa tua

Il sogno di una casa completamente SENZA BOLLETTE tra mito, false credenze e realtà pratica

Con la necessità sempre più impellente per l’Italia di importare meno gas dall’estero, tornano a far parlare di sé alcune tipologie di case particolarmente convenienti dal punto di vista energetico…

Parlo di case che non hanno bisogno di:

  • allaccio alla rete del gas né di caldaie a combustibili;
  • collegamento alla rete elettrica locale;
  • addirittura, nemmeno dell’allaccio alla rete idrica per la fornitura di acqua.

Tuttavia, sento di tutto e il contrario di tutto a proposito di quello che è possibile realizzare davvero in una casa “normale”, con investimenti sostenibili per una famiglia nella media.

Infatti, è vero che esistono le tecnologie per avere un’abitazione completamente scollegata da qualsivoglia rete, ma…

… se è per questo, esistono anche le tecnologie per far vivere gli astronauti nella Stazione Spaziale Internazionale. Ciò detto, non significa che sia economicamente conveniente né che sia pratico e agevole farlo!

Le caldaie a gas stanno cedendo il passo a pompe di calore elettriche sempre più efficienti, ma le PdC da sole non bastano a rendere una casa “autonoma”. C’è molto altro da tenere in considerazione.

Quindi, in questo articolo farò chiarezza su cosa è materialmente accessibile e conveniente per una famiglia “classica”, partendo dalla distinzione tra le differenti tipologie di abitazioni “ad elevata indipendenza energetica”.

 

Casa Off-grid: un’abitazione totalmente “sconnessa”

Gli esempi più celebri di case di questo tipo sono realizzazioni uniche di studi di architettura avanzatissimi. In certi casi non sono nemmeno destinate ad ospitare famiglie in modo permanente, ma solo per limitati periodi di tempo. 

Per tutti i sistemi di cui ha bisogno (elettricità, gas e acqua) la casa “off-grid” è indipendente:

  • riesce a produrre in modo autonomo tutta l’energia elettrica e termica di cui ha bisogno;
  • utilizza l’acqua di un pozzo depurandola e raccoglie anche la pioggia tramite vasche dedicate;
  • è in grado di depurare i reflui senza inquinare. 

Solitamente la struttura è prefabbricata in legno e acciaio, per offrire un isolamento termico elevato. Le vetrate sono ampie per sfruttare al massimo la luce naturale, ma isolanti con triplo vetro in modo da trattenere all’interno il caldo d’inverno e il fresco d’estate.

L’elettricità deriva da un immancabile impianto fotovoltaico sufficientemente “robusto”, a volte accoppiato ad un mini-idroelettrico o mini-eolico, e da un bel comparto di batterie di accumulo.

Parlando di Pompe di Calore, quelle geotermiche sono l’ideale perché riescono a raffrescare la casa in estate abbassando la temperatura interna di 3-4 gradi senza quasi impiegare corrente, mentre la riscaldano in inverno prelevando calore dal terreno. (Per un approfondimento sulle PdC geotermiche vai a leggere questo articolo).

Inoltre un apporto di acqua calda viene anche dal solare-termico sul tetto, che riscalda un serbatoio di acqua per averla a disposizione calda anche di notte.

La casa off-grid conviene?

La tecnologia è ai massimi livelli in queste case, sia per i materiali costruttivi che per gli impianti, e questo le rende di fatto difficilmente accessibili per chi ha redditi “nella norma”. 

Inoltre, una casa off-grid sarà per definizione slegata dalle smart-grid, le reti elettriche delle città del futuro. Nella realtà delle nostre città, oggi è rarissimo trovare abitazioni di questo tipo e lo sarà ancora per molti anni… 

Va considerata tuttavia come una metodologia necessaria per edificare in luoghi totalmente privi di allacci, come nel caso del Bivacco Pasquetti sulla cresta del Mont Morion in Valpelline (Valle d’Aosta) a circa 3280 m. di quota.

 

Case passive: villette “sostenibili” di nuova costruzione

Le case passive sono costruite con i princìpi della bioedilizia, unendo la logica del “massimo risparmio di energia” a quella del rispetto per l’ambiente.

Rigorosamente in legno, preferito per le sue proprietà isolanti e traspiranti, quasi sempre sono alimentate da pannelli fotovoltaici e non hanno bisogno di caldaie a combustibile, termosifoni, caminetti, scaldabagni o altri sistemi “classici” per riscaldare o raffrescare gli ambienti.

Assomigliano molto alle case off-grid per quanto riguarda gli impianti: ricircolo dell’acqua piovana, ventilazione meccanica controllata per ridurre le dispersioni di calore, fotovoltaico e solare termico sul tetto, batterie di accumulo per l’elettricità prodotta durante le ore di luce, Pompa di Calore (possibilmente geotermica) per il riscaldamento e il raffrescamento.

Inoltre, la bioedilizia tiene conto anche di alberi in grado di ombreggiare l’edificio in estate e far passare la luce in inverno, nonché dell’esposizione della casa – che va orientata in modo da ottenere più luce solare possibile per riscaldare le stanze interne.

Anche se non hanno allaccio alla rete del gas, rimangono comunque collegate alla rete idrica e a quella elettrica e il loro costo complessivo è un po’ più accessibile. Ma attenzione, non è possibile rendere davvero “passiva” un’abitazione preesistente in muratura o cemento con una semplice ristrutturazione. Queste case vanno edificate ex-novo (generalmente in legno prefabbricato) su un terreno sgombro, preparato ad-hoc con tutti gli allacci.

Al di là dell’aspetto ambientale, la casa passiva conviene? 

Se facciamo una valutazione squisitamente economica – e al netto di eventuali incentivi – è un dubbio legittimo. Infatti i maggiori costi progettuali e costruttivi si contrappongono alla promessa di consumi energetici ridottissimi. Di certo una valutazione seria deve tenere conto della zona climatica, dell’esposizione, della composizione della famiglia e delle sue abitudini…

Insomma, il rischio concreto – nella maggioranza dei casi – è che i maggiori costi iniziali per un’abitazione di nuova costruzione in bioedilizia vengano ammortizzati dai bassi consumi energetici solo dopo moltissimi anni… 

…rendendo questa scelta poco allettante per molte famiglie. Soprattutto, considerando che una ristrutturazione edilizia “fatta bene” è nettamente meno costosa e garantisce comunque un risparmio energetico ragguardevole.

 

Case a risparmio energetico: la scelta vincente per le famiglie (e per l’Italia)

Una casa a risparmio energetico è un’abitazione che assorbe pochissima elettricità dalla rete elettrica e non ha bisogno di caldaie a combustibile fossile (gas, pellet, gasolio…), il che la rende a basso impatto ambientale.

Una ristrutturazione correttamente studiata può trasformare una casa tradizionale in una casa a risparmio energetico, senza bisogno di abbatterla per poi ricostruirla con pannelli prefabbricati in legno.

In questo caso non si può modificare l’orientamento della casa, ma si possono comunque riprogettare gli spazi interni e l’ampiezza delle finestre per sfruttare al massimo la luce naturale e il calore del sole (e quindi utilizzare meno elettricità).

Chiudi il contatore del gas con le Pompe di Calore

Ritroviamo molte delle “buone pratiche” viste per le altre due tipologie di case:

  • si può migliorare l’isolamento di muri e tetto con appositi materiali;
  • si possono utilizzare infissi a triplo vetro per un elevato isolamento delle finestre;
  • si utilizzano sovente sia il fotovoltaico che il solare termico;
  • il surplus di produzione elettrica viene immagazzinato nelle batterie di accumulo;
  • una Pompa di Calore accumula energia termica in serbatoi di acqua calda sanitaria a disposizione della famiglia;
  • la ventilazione meccanica controllata tiene pulita l’aria interna e impedisce le dispersioni di calore dovute alle “finestre aperte”; 

…e ci si scollega completamente dal contatore del gas, con tanti saluti alla relativa bolletta. 

In più, come ho già discusso su questo blog, mediante una ristrutturazione “ad-hoc” si può rendere un’abitazione esistente AUTONOMA dalla rete elettrica per periodi che vanno dai 4 agli 8 mesi l’anno, con i giusti impianti.

E se qualcuno dice che il beneficio ambientale di una casa passiva è maggiore di quello di una casa a risparmio energetico, io rispondo che rinnovare il parco edilizio esistente anziché costruire nuove abitazioni evita il consumo di suolo, altro grave problema che lo Stato ha preso di petto.

Insomma, per la grande maggioranza delle famiglie in Italia, ristrutturare una casa esistente è più facile e conveniente che costruire da zero un’abitazione orientata alla massima indipendenza energetica… 

Quanto all’ambiente, entrambe le soluzioni portano vantaggi consistenti quindi l’elemento discriminante rimane, quasi sempre, la pura convenienza economica di breve e medio termine.

 

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A presto,

 

Ing. Samuele Trento

 

P.S.

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