I danni del cambiamento climatico in Italia negli ultimi 50 anni Ecco perché dobbiamo tutti passare al riscaldamento sostenibile con Pompa di Calore elettrica

I danni del cambiamento climatico in Italia negli ultimi 50 anni

Ecco perché dobbiamo tutti passare al riscaldamento sostenibile con Pompa di Calore elettrica

Lo sappiamo, le Pompe di Calore sono uno strumento eccezionale per tagliare i consumi energetici di una casa e abbattere i costi delle bollette…

Ma se non hai ancora deciso se adottare una full electric e la stai confrontando con una macchina ibrida – che abbia anche la caldaia a gas – c’è un’altra valutazione che ti invito a fare…

Considera i danni causati dal cambiamento climatico in Italia

Da ingegnere, uomo di numeri e prove scientifiche, cerco sempre di avere un quadro preciso dello scenario in cui opero…

Per questo da tempo mi sono rivolto ad esperti di clima e ambiente per tradurre in azioni pratiche concrete, quotidiane, i loro consigli su come adottare uno stile di vita sostenibile e a basso impatto ambientale.

La mia sensazione infatti è che troppe persone sentano come distanti e immutabili gli effetti negativi derivanti dal cambiamento climatico, quasi non ci riguardassero, quando invece hanno un impatto MOLTO CONCRETO sulla nostra vita di tutti i giorni già oggi.

Forse ricorderai la mia chiacchierata con Luca Mercalli, il Presidente della Società Meteorologica Italiana, che mi ha aiutato a raccogliere i dati meteo delle città italiane da convogliare nel simulatore che gli installatori di Sigillo Sicuro usano per prevedere il fabbisogno energetico delle case – e di conseguenza il consumo elettrico. 

Questo è un esempio concreto di come tradurre le informazioni climatiche di ampie zone in soluzioni tecniche “casa per casa”, ma ne potrei fare molti altri (previsioni di resa del fotovoltaico su base annua, necessità crescente di raffrescamento nei mesi estivi, ecc. ecc.)

Capisci quindi perché ci tengo a diffondere il più possibile la consapevolezza che OGNI AZIONE CONTA per il bene dell’ambiente, anche se ti sembra piccola, come ci spiega il Prof. Telmo Pievani in questo articolo.

Tra le azioni che avranno un impatto tangibile e concreto sul contrasto al cambiamento climatico c’è anche il passaggio a case 100% elettriche, quindi SENZA CALDAIA A COMBUSTIBILE di alcun tipo.

Chiudi il contatore del gas con le Pompe di Calore

Ora ti riporto un quadro riassuntivo di ciò che è successo a livello di cambiamento climatico  in Europa, nel Mediterraneo e soprattutto in Italia negli ultimi decenni. Poi ti mostrerò alcune “proiezioni” di come diventerà lo Stivale se non agiamo subito, in massa, su ogni fronte possibile…

…e spero che questo articolo ti dia le informazioni che ti mancavano per prendere una decisione saggia e lungimirante.

Cambiamenti pesanti nelle precipitazioni

In base al Quarto rapporto di valutazione dell’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change) del 2007, negli ultimi 50 anni abbiamo osservato cambiamenti nella distribuzione dei “picchi” di temperatura.

In particolare, si è visto un aumento degli eventi di caldo intenso contrapposto a una diminuzione degli episodi caratterizzati dalle basse temperature. Le proiezioni ci indicano la continuazione di questo trend anche in futuro.

Quanto incide tutto questo sulle piogge e sulle nevicate in Europa?

Beh, parecchio. Durante il XX secolo c’è stato un aumento delle precipitazioni dal 10 al 40% nelle regioni settentrionali e una diminuzione fino al 20% in alcune aree dell’Europa meridionale.

Come se non bastasse,  gli scienziati hanno stimato un aumento della frequenza e dell’intensità delle precipitazioni estreme, soprattutto nelle regioni settentrionali, mentre nel Sud Europa (cioè da queste parti) c’è stato un aumento dei periodi di siccità.

Insomma, in alcune zone pioverà troppo, e in altre troppo poco. E questo accade perché…

S’impenna la temperatura media (anche in Italia)

In base alle rilevazioni e ai calcoli del CNR-ISAC, le temperature medie annuali in Italia sono salite negli ultimi 200 anni di 1,7°C (media di 0,85°C per secolo)…

Ma questa media del “pollo” potrebbe essere fuorviante, infatti solo negli ultimi 50 anni il “balzo” in alto della temperatura è stato di ben 1,4°C.

Questo significa una media di 2,8°C per secolo! Tra l’altro, questo incremento è superiore – anzi, è circa IL DOPPIO – a quello medio globale. Infatti, nel 2007 e 2008 le variazioni rispetto al trentennio 1961-1990 sono state rispettivamente +1,24 e +1,09°C, contro una media globale di 0,67 e 0,53°C.

Pensa che tra il 1961 e il 2008, mediante trend analysis dell’ISPRA effettuate nel 2009, sono stati stimati un aumento medio del 12% di “giorni estivi” e un aumento medio del 42% di “notti tropicali” rispetto alla media climatologica.

Ma veniamo ai giorni nostri con dati freschi, come quelli che riguardano i nostri ghiacciai

La DEGLACIAZIONE dei ghiacciai alpini

Il primo monitoraggio degli impatti dei cambiamenti climatici in Italia, ad opera del Sistema nazionale protezione ambiente (Snpa), ha tenuto in considerazione 13 settori vulnerabili:

  • risorse idriche
  • patrimonio culturale
  • agricoltura e produzione alimentare
  • energia
  • pesca
  • salute
  • foreste
  • ecosistemi marini e terrestri
  • suolo e territorio
  • ambiente alpino
  • appennini e zone costiere

 

Che cosa emerge da questo monitoraggio?

Beh, che in Italia “si delineano criticità sia per le risorse naturali che per i settori socio-economici“.

Sommando le maggiori temperature estive e la riduzione delle precipitazioni in inverno, si è vista una perdita costante di massa dei ghiacciai. Questa perdita di massa ghiacciata si esprime in “metri di acqua equivalente”, cioè lo spessore dello strato di acqua che abbiamo dallo scioglimento del ghiaccio. 

I dati raccolti tra il 1995 e il 2019 non sono per niente belli, ad esempio…

  • 19 metri nel ghiacciaio del Basòdino, fra Piemonte e Svizzera
  • 41 metri nel ghiacciaio di Caresèr, in Trentino Alto Adige
  • 15 metri per il ghiacciaio del Timorion in Valle d’aosta
  • 36 metri per il ghiacciaio di Alpe Sud in Lombardia

E quando si riducono i ghiacciai cosa succede?

L’acqua del mare si riscalda e sale di livello

Sono stati rilevati aumenti della temperatura superficiale in tutti i nostri mari

Questa cosa comporta una sostanziale variazione della distribuzione delle specie marittime che incide sulle attività di pesca, come le specie di grandi dimensioni quali il merluzzo, il branzino, lo sgombro e altri.

Quanto al livello del mare, anche se gli aumenti sono lenti e difficilmente apprezzabili nel breve periodo – parliamo di 2-3 millimetri l’anno di media – questi sono costanti e soprattutto IRREVERSIBILI.

Preoccupano quindi le zone costiere (che in Italia abbondano) e tanto per citarti un esempio strafamoso prendiamo Venezia

Nella laguna il tasso di innalzamento del livello medio del mare è 2,53 millimetri l’anno, ma…

Questo dato è più che raddoppiato (5,34 millimetri) solo nel periodo dal 1993 al 2019. 

Una preoccupante accelerazione, non si può negare. E non dimentichiamoci l’erosione delle coste, con il 37% dei litorali soggetto ad erosione (dato che riguarda il periodo 2000-2007).

E l’agricoltura come viene influenzata?

Per ritornare all’aumento delle temperature e al calo delle precipitazioni, il rapporto prende in esame le coltivazioni agricole di Emilia-Romagna e Friuli Venezia Giulia.

In queste regioni – dice il rapporto – “la carenza continuativa di rifornimento idrico può comportare sul lungo periodo possibili conseguenze sul ciclo di crescita e riproduttivo e una consistente perdita produttiva con evidenti ricadute economiche”.

Parliamo di regioni in cui la tecnologia e l’agricoltura sono avanzatissime… e nonostante ciò hanno problemi, direi che non c’è da scherzare.

Quindi ora la domanda che dobbiamo farci è…

Come sarà l’Italia tra qualche anno?

L’IPCC prende in considerazione due scenari…

Il primo scenario è quello in cui la tendenza continua a peggiorare con la stessa intensità vista fino ad oggi…

Il secondo scenario invece ci vede intenti a darci da fare per mitigare il problema.

Naturalmente quello che preoccupa di più è il primo scenario. In questo caso, infatti, nel 2100 ci ritroveremmo con concentrazioni di CO2 nell’atmosfera triplicate o addirittura quadruplicate (840-1120 ppm) rispetto ai livelli preindustriali (280 ppm: oggi siamo già oltre 417 parti per milione). 

Pessima situazione, ciò porterebbe entro la fine di questo secolo a:

  • rialzi di temperatura anche di 5 o 6 °C nelle zone alpine e in estate;
  • minori piogge, concentrate in forti eventi atmosferici con prevedibili disastri;
  • aumento dei giorni con temperatura minima superiore ai 20 °C;
  • aumento delle temperature del mare anche di +3,5 °C entro il 2100;
  • acidificazione dei mari e rischio per la biodiversità del Mar Mediterraneo;
  • aumento del livello del mare di circa 3 cm ogni 10 anni;
  • diminuzione della quantità e della qualità delle risorse idriche rinnovabili.

 

Ok, ci sarebbero altri parametri che peggiorano, ma credo di aver reso l’idea. Ti invito a verificare ed approfondire questi tempi in prima persona.

Quindi che vogliamo fare?

Possiamo iniziare a darci da fare per evitare questo scenario, adottando uno stile di vita sostenibile a partire da come riscaldiamo le nostre case.

Se anche tu inizi a sentire l’ansia climatica e ti preoccupa come sarà il mondo che lascerai ai tuoi figli, prima di tutto inizia a dare l’esempio.

Chiudi il contatore del gas e la caldaia a combustibile, passa ad una casa 100% elettrica e vedrai che – oltre a risparmiare sulle bollette – darai il tuo GRANDE CONTRIBUTO all’ambiente, proprio qui, in Italia, nella tua città.

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A presto,

Ing. Samuele Trento

P.S.

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