Ogni grande movimento è composto da singoli individui che fanno delle scelte, sommando il loro impatto. Ce lo insegna il piccolo colibrì.
Nel marzo 2020, quando l’Italia era sotto la nera cappa della prima grande ondata di pandemia, e in tanti aspettavano ogni sera il tragico bollettino dei contagi, in TV mi colpì l’intervento del cantautore Simone Cristicchi per il grande messaggio di speranza che portava.
Era solo una brevissima favoletta, tuttavia…
Nella pioggia continua di notizie nefaste e restrizioni sempre più stringenti, quella piccola favola era come un raggio di sole arrivato per scacciare le nuvole di angoscia e tristezza che opprimevano la nazione.
Tanto che fu scelta per una vera e propria campagna di sensibilizzazione sull’emergenza sanitaria diffusa sui principali canali nazionali.
La favola del colibrì e il leone
“Un’antica favola africana racconta del giorno in cui scoppiò un grande incendio nella foresta.
Tutti gli animali uscirono fuori dalle tane e scapparono via spaventati.
Mentre se la dava a gambe come tutti gli altri, il Leone, il Re della foresta, vide un piccolo Colibrì che volava in direzione opposta.
– Ma dove credi di andare? – chiese il Leone al Colibrì – C’è un incendio enorme, dobbiamo scappare via.
– Vado al lago – rispose il Colibrì – a raccogliere acqua col becco, da buttare sopra l’incendio.
Al che il Leone sbottò: – Ma sei completamente impazzito? Non penserai di spegnere un incendio enorme con quattro gocce d’acqua?
Allora il Colibrì concluse: – Io… faccio solo la mia parte.
Questa breve favola ci spiega che, anche davanti ai problemi più grandi, la collaborazione e l’impegno coordinato di tutti sono necessari.
Dal mio punto di vista, il peggioramento delle condizioni climatiche del pianeta è senza dubbio minaccioso come un incendio. E anche uno bello grosso, il più grande mai visto, perché minaccia tutto il mondo.
In questo scenario, il piccolo ma coraggioso Colibrì che si rimbocca le maniche per contribuire alla soluzione del problema mi ricorda ogni persona che ho aiutato ad avere una casa 100% elettrica…
Una casa che inquina meno, che consuma meno, che impatta molto meno sull’ambiente e sulla qualità dell’aria delle nostre città.
In cosa consiste il loro “coraggio”? Beh, quello che hanno fatto non è certo comune…
Staccarsi dall’usanza decennale del riscaldamento a gas, nonostante tanti dicano che è impossibile
L’importanza di questa scelta è doppia.
Prima di tutto, adottare uno stile di vita più rispettoso dell’ambiente – come vivere in una casa 100% elettrica rispetto ad una riscaldata con caldaia a combustibile – contribuisce a creare il COMPORTAMENTO COLLETTIVO necessario alla salvaguardia del pianeta.
Il comportamento collettivo è – secondo Wikipedia – “un comportamento sociale più o meno spontaneo che numerosi individui manifestano al medesimo tempo, in presenza di un medesimo stimolo o di situazioni affini, siano essi riuniti in un luogo, come avviene tipicamente con la folla, oppure fisicamente separati e dispersi, come avviene con i movimenti sociali”.
In parole povere, abbiamo un comportamento collettivo quando un certo stimolo induce una grande quantità di persone a fare la stessa cosa. Nel nostro caso, abbiamo un mondo sempre più inquinato che potrebbe diventare inadatto alla sopravvivenza umana (stimolo) e un gruppo crescente di persone che fanno del loro meglio per abbattere il loro impatto ambientale, in ogni modo possibile (il comportamento collettivo).
In secondo luogo, tornando all’importanza della chiusura del contatore del gas, si tratta di una scelta importante perché È DI ESEMPIO. Ha un effetto moltiplicatore.
Ogni settimana aumentano le testimonianze di nuove famiglie che mi dicono: “Ho visto il mio vicino/il mio parente/il mio amico che ha chiuso il contatore del gas e ora si scalda solo in elettrico. Posso farlo anche io?”
È bello sentire di essere i primi della propria via, del proprio quartiere o del proprio paese ad utilizzare il contatore del gas solo come fermacarte, ma è anche più bello sapere di aver dato il via ad una nuova tendenza nella zona.
Non sarei onesto se non ammettessi una cosa ben precisa…
Il fatto che passare ad una casa 100% elettrica porti un risparmio economico importante è cruciale per il successo di questa tecnologia.
Oltre agli incentivi dello Stato, ovviamente. Impossibile negarlo.
Come spiegavo nell’articolo sul cosiddetto “effetto ola” che ci serve per contrastare il debito ambientale che lasceremo ai nostri figli, anche se per alcuni inquinare meno è solo un gradito effetto secondario…
…quello che alla fine ci interessa è che le Pompe di Calore elettriche si diffondano il più possibile, migliorando l’aria che tutti quanti respiriamo nelle nostre città.
Poi, che sia per convenienza economica, per sensibilità ambientale, per moda o anche solo per invidia, l’importante è che smettiamo di riscaldarci bruciando combustibili fossili.
Nemmeno bruciare legna o pellet aiuta. Anzi, le emissioni inquinanti della biomassa bruciata sono altissime (ci ho scritto un articolo intero, su questo punto).
Qualcuno, ciclicamente, mi chiede se davvero questo “comportamento collettivo” avrà un impatto sulla qualità dell’aria dell’Italia. Sembra che ci sia una sorta di scetticismo, come se – al pari di Don Chisciotte – ci trovassimo a combattere i mulini a vento…
Ebbene, se anche tu hai questo dubbio, posso dirti senza timore di smentita che non solo l’impatto ci sarà, ma che molto probabilmente hai già contribuito ad un precedente grande “comportamento collettivo” che ha migliorato la qualità dell’aria.
L’hai già fatto e ha funzionato, solo che forse non ti hanno mai detto QUANTO ha funzionato.
A cosa mi riferisco?
Agli incentivi sulla rottamazione delle vecchie auto inquinanti
Mi è caduta la mascella per la sorpresa quando ho letto un articolo de Il Sole 24 Ore che cita il XIV Rapporto ISPRA sulle cause di Pm10 nell’aria di 120 città italiane.
Confrontando le emissioni di Pm10 nel 2005 con quelle del 2015, si nota come il trasporto su gomma abbia abbattuto del 50% le sue emissioni anche grazie alla campagna sulla rottamazione…
…mentre nello stesso periodo il riscaldamento degli edifici le ha AUMENTATE della stessa quota. In sostanza, le caldaie sono arrivate ad emettere tre volte e mezza il Pm10 di auto, moto e camion.
Perciò, se hai cambiato auto in quegli anni sfruttando gli incentivi per la rottamazione, hai contribuito anche tu al comportamento collettivo che ha DIMEZZATO le emissioni di Pm10 dovute al trasporto su ruota in Italia.
Come vedi, il comportamento collettivo può avere un GRANDE IMPATTO sul risultato finale…
È il momento di unirci di nuovo, questa volta nella transizione dal riscaldamento inquinante al riscaldamento sostenibile. Tutti possiamo dare un contributo determinante alla decarbonizzazione del nostro ambiente, cioè alla riduzione di CO2 che viene emessa nell’aria. Anche tu puoi, devi solo fare la tua parte.
Puoi partire dalla decarbonizzazione di casa tua. E la Pompa di Calore elettrica è lo strumento ideale per farlo.
A presto,
Ing. Samuele Trento
P.S.
Tornando alla favola del Colibrì… Lo so che i colibrì non vivono in Africa. Non mi verrai a cercare verità scientifiche in una favola con colibrì e leoni parlanti, vero?
P.P.S.
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