Come e perché l’Unione Europea mette le Pompe di Calore al centro della lotta al cambiamento climatico
Non è una novità che la UE consideri le Pompe di Calore tra i principali attori della sua lotta al cambiamento climatico.
Del resto, quando ti poni come obiettivo “Puntare a essere il primo continente a impatto climatico zero” devi fare scelte importanti e investire solo nelle opzioni più efficaci.
L’Europa ha dichiarato nel famoso Green Deal che nel 2050 non vuole più generare emissioni nette di gas a effetto serra, e il nostro Paese sta facendo la sua parte con il Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (orribilmente riassunto in PNIEC).
Gli sforzi europei saranno tesi a tagliare di almeno il 55% le emissioni di anidride carbonica entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990, con l’obbligo perentorio di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. Quindi, sul “fronte” italiano…
…questo PNIEC individua correttamente che per arrivare alla meta bisogna per forza agire sui consumi civili (cioè i consumi degli edifici del residenziale e del settore terziario).
Guarda caso è proprio quello che sostengo anche io da quando ho deciso di dedicarmi totalmente alla tecnologia delle Pompe di Calore, nel 2012.
(Di questo ruolo delle PdC ne parlavo già un paio di anni fa anche sul blog di Vivere Senza Gas.)
Quello che è interessante dal mio punto di vista è vedere…